La maggior parte degli impianti di adduzione gas nelle civili abitazioni, delle dimensioni medie di un centinaio di metri quadri, alimentano un piano cottura ed una caldaia; la caldaia serve sia da generatore dell’impianto termico che per la produzione dell’acqua calda sanitaria; quest’ultima funzione spesso e’ realizzata con uno scaldino a gas in mancanza della caldaia.
In ogni caso, la somma delle potenze di tutte le apparecchiature è generalmente inferiore o uguale a 35 kW, circa 5 kW per il piano cottura e 24 kW o 28 kW per la caldaia; il valore di 35 kW costituisce una soglia di riferimento per le norme che regolano la realizzazione degli impianti gas a servizio delle civili abitazioni, superata tale soglia, infatti, non è più sufficiente il dimensionamento dell’impianto da parte dell’installatore ma è necessaria la realizzazione di un progetto da parte di un professionista abilitato. Superata in ogni caso la soglia dei 116 kW è necessaria anche la denuncia dell’impianto ai vigili del fuoco con la loro approvazione del progetto per la realizzazione dello stesso impianto. Nel caso di centrali termiche, spesso a servizio di condomini o abitazioni di taglia ben oltre la media, occorre denunciare impianti e centrale all’INAIL ex ISPESL.
Di fondamentale riferimento per gli impianti gas interni è la norma UNI CIG 7129/08 che fissa l’inizio dell’impianto interno gas dal punto immediatamente a valle di quello di consegna della rete distributrice del gas, il raccordo di uscita dal contatore; nel caso di impianti alimentati da serbatoi, l’impianto inizia dal raccordo di uscita della valvola del serbatoio o dei serbatoi collegati tra loro, ciò sia nel caso di gas metano o gas gpl. La norma intende per impianto l’insieme di tutte le tubazioni, organi di chiusura o intercettazione, organi di regolazione e tutti i componenti accessori necessari a distribuire il gas dal punto di consegna agli apparecchi utilizzatori. Nel caso di impianti con il contatore non interno all’edificio o immediatamente accanto ad esso, oltre alla chiusura generale posta a valle del contatore, occorre un’altra chiusura in prossimità dell’ingresso delle tubazioni in casa. Il primo elemento dell’impianto è l’intercettazione generale dell’impianto, la cui posizione deve essere facilmente raggiungibile dall’utente anche in condizioni di pericolo; la presa pressione con relativo tappo e rubinetto permette di poter controllare la pressione dell’impianto quando necessario, essa deve essere posta immediatamente a valle dell’intercettazione generale dell’impianto. Ogni apparecchio utilizzatore del gas può essere collegato all’impianto a mezzo di una tubazione rigida o flessibile costituente una derivazione con a monte una opportuna valvola di intercettazione installata a vista e facilmente raggiungibile. Sia per i nuovi impianti che per quelli esistenti una verifica ai fini della sicurezza e del corretto funzionamento degli apparecchi utilizzatori è quella della caduta di pressione tra il contatore e gli apparecchi utilizzatori.
Nel caso di gas manifatturato la caduta massima di pressione deve essere non maggiore di 0,5 mbar; nel caso di gas naturale non maggiore 1,0 mbar e non maggiore 2,0 mbar nel caso di gas gpl. I principali parametri di un impianto gas, sono:
1. la potenza termica dell’impianto.
2. la lunghezza delle tubazioni
3. la caduta di pressione.
4. la portata gas.
5. la velocità del gas ed il numero di REYNOLDS.
La potenza termica dell’impianto gas, somma dei vari carichi gas presenti in gas, può essere espressa in kW o in Kcal/h, e generalmente in un caso standard di un appartamento di un centinaio di metri quadrati si ha una potenza complessiva dell’ordine di una trentina di kW corrispondenti a 25.800 kcal/h.
La lunghezza, la tipologia ed il diametro delle tubazioni, per l’adduzione del gas metano o gas di città dal punto di consegna dell’ente distributore alle apparecchiature utilizzatrici o anche per l’adduzione del GPL (Gas Propano Liquido) generalmente dal serbatoio, dipendono dalla lunghezza tra i carichi ed il punto di consegna e dai vari tipi di percorso che bisogna seguire. Questi ultimi possono essere interrati, a vista o sottotraccia, nella maggior parte dei casi i percorsi sono misti e richiedono specifiche e diverse precauzioni di caso in caso.